Sovraccarico biomeccanico

Situazioni ricorrenti nel settore della metalmeccanica: come riconoscere e valutare il rischio da sovraccarico biomeccanico

Si evidenziano alcuni esempi di movimentazioni manuali ricorrenti nel settore della metalmeccanica, insieme a una breve descrizione dei parametri critici per la valutazione del rischio di DMS e sui quali, in caso di presenza accertata del rischio, è necessario intervenire.

  • Attività di sollevamento e di trasporto manuale di carichi

Sono le operazioni che richiedono la movimentazione di un oggetto che ne comportano la dislocazione orizzontale e/o verticale da una posizione iniziale ad una destinazione finale. Nella metalmeccanica, queste attività sono rappresentate ad esempio dalle operazioni di pallettizzazione dei prodotti sui pallet per la spedizione, oppure i prelievi delle merci dai bancali e dai cassoni profondi. Il sollevamento di oggetti posti al di sopra del livello delle spalle, così come quello di oggetti posti al di sotto del livello delle anche, può comportare il sovraccarico biomeccanico del rachide, oltre alla comparsa di dolori e disturbi a carico della colonna vertebrale.

E’ necessario analizzare le modalità con cui vengono eseguiti i sollevamenti e i trasporti dei carichi, assicurandosi, ad esempio, che gli oggetti movimentati siano afferrati con una presa buona e stabile, abbiano un peso moderato e siano mantenuti vicino al corpo durante la movimentazione.

  • Attività di traino e spinta

Le attività manuali di traino e spinta dei carichi nel settore della metalmeccanica sono presenti solitamente nelle zone di stoccaggio, dove la merce disposta sui carrelli o sui transpallet manuali viene movimentata, oppure in prossimità delle aree di carico e scarico delle linee di assemblaggio. Come i sollevamenti, anche queste attività possono determinare un sovraccarico biomeccanico per l’operatore coinvolto, nonché causare l’insorgenza di patologie e disturbi a carico del rachide.

E’ pertanto necessario prestare attenzione al contesto in cui vengono eseguiti i traini e le spinte, assicurando, ad esempio, che la maniglia utilizzata per movimentare il carico sia posizionata ad un’altezza adeguata alle caratteristiche dell’operatore, che la distanza percorsa sia moderata e che la frequenza con cui viene svolta l’attività non sia elevata.

  • Movimentazione manuale di carichi leggeri ad alta frequenza

Le attività che prevedono i movimenti ripetitivi degli arti superiori con carichi leggeri ad alta frequenza, sono solitamente caratterizzate da compiti che si ripetono ciclicamente. Le operazioni di assemblaggio svolte nel settore della metalmeccanica, così come le operazioni di sorting o di ispezione dei prodotti di piccole dimensioni a valle di un processo produttivo, sono degli esempi rappresentativi di queste attività.

Le attività di movimentazione manuale dei carichi leggeri ad alta frequenza possono determinare il sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e del collo, nonché causare l’insorgenza di patologie e disturbi a carico delle mani, delle braccia, delle spalle e del collo. Ne sono un esempio la sindrome del tunnel carpale e le tendiniti.

E’ necessario analizzare le modalità con cui vengono eseguiti i compiti ripetitivi, assicurando che il numero di azioni svolte con gli arti superiori non sia eccessivo, che l’intensità percepita dello sforzo muscolare sia minima, che siano assicurati adeguati periodi di recupero e il mantenimento corretto della postura del collo, delle braccia e delle mani.

  • Assunzione di posture statiche e dinamiche

Durante lo svolgimento delle attività lavorative vengono assunte diverse posture. Le attività e le postazioni di lavoro devono essere progettate in modo da favorire l’assunzione di posture non sovraccaricanti. E’ compito anche del progettista assicurare che la postazione di lavoro sia realizzata in modo da consentire all’operatore di svolgere l’attività lavorativa mantenendo le posture corrette ed evitando posture incongrue. Queste ultime determinano l’insorgenza di fattori di rischio, i quali possono portare a sensazioni di disagio a breve termine, ma anche patologie morfo-funzionali a lungo termine. La progettazione degli ambienti di lavoro dovrebbe essere fatta in modo da favorire l’assunzione di posture congrue e neutrali. Si sconsiglia pertanto il mantenimento della postura di lavoro in over-head, tipica ad esempio dei lavori svolti al di sopra della testa, ovvero con le braccia elevate oltre il livello delle spalle.

E’ necessario prestare attenzione anche alle attività svolte da seduti, come il lavoro al videoterminale, in quanto caratterizzate da elevati livelli di staticità. Queste attività possono determinare l’insorgenza di patologie e disturbi dovuti all’assunzione di posture scorrette, che vengono mantenute per tempi di lavoro prolungati.

In fase di progettazione di una postazione di lavoro, è necessario prestare attenzione a diversi parametri quali, ad esempio, l’altezza del sedile rispetto al piano di lavoro e in generale rispetto all’altezza della persona che, se non adeguata, può portare a disturbi soprattutto a carico della colonna vertebrale, ma anche delle gambe, del collo, delle spalle e delle braccia, oppure la disposizione dei vari utensili e componenti necessari all’attività, i quali devono essere disposti in modo che non siano richiesti movimenti continui o l’assunzione di posture incongrue.